Quando si parla di processi giudiziari, ovviamente, si affrontano tematiche molto delicate e diventa sempre più indispensabile rispettare certi confini.

Oggi non esiste reato che non possa essere provato mediante l’acquisizione della copia forense del cellulare o del pc. Infatti mail, messaggi, dati del gps, ecc.. sono indispensabili per gli inquirenti al fine di provare la commissione di un fatto.

La prima cosa da sapere è che il sequestro del supporto, dal quale effettuare la copia digitale, deve essere temporaneo: la copia integrale costituisce solo una copia mezzo, cioè una copia che consente di restituire il contenitore, ma che non legittima il trattenimento dell’insieme dei dati appresi: la copia integrale consente la verifica di quali, tra i dati contenuti nel contenitore, siano quelli pertinenti rispetto al reato.

Di contro, una inammissibile ed illecita diffusione di dati che appartengono alla sfera personale del soggetto, che è inviolabile, e la cui violazione potrebbe generare la divulgazione di fatti lesivi dell’onorabilità e della reputazione altrui:

  • tendenze sessuali;
  • opinioni politiche;
  • opinioni religiose;
  • sfera privata;
  • rapporti sentimentali;
  • dati sanitari;
  • ecc.

La copia forense viene disposta dal Pubblico Ministero e dalla polizia giudiziaria, che si avvarranno di un loro tecnico di fiducia.

Nel caso in cui accidentalmente la polizia giudiziaria dovesse venire a conoscenza di altri fatti costituenti reato, anche se privi di valore probatorio ai fini dell’accertamento del reato per il quale si procede, non possono essere riversati all’interno del relativo procedimento ma devono formare oggetto di separata comunicazione di reato.